RACCOMANDAZIONI PER LA DETERMINAZIONE DELLO “STAFF”PER L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA
INTRODUZIONE E RAZIONALE DEL DOCUMENTO
Il documento si pone l’obiettivo di diffondere ai colleghi infermieri, ai decisori politici, ai Manager ai vari livelli le raccomandazioni sullo “staff” per un’assistenza infermieristica sicura e di qualità che devono essere adottate, sulla base delle evidenze scientifiche e degli studi internazionali, europei e nazionali per prevenire e/o limitare esiti negativi sensibili all’assistenza infermieristica alle persone assistite.
Più specificamente, le raccomandazioni contenute nel documento hanno l’obiettivo di: a) Aumentare la sicurezza nelle cure dei pazienti (ridurre esiti negativi significativi)
b) Ridurre il fenomeno delle cure infermieristiche mancate
c) Aumentare la sicurezza dei professionisti infermieri e il benessere organizzativo
Gli standard consigliati nel documento devono rappresentare un valore soglia di riferimento per i decisori politici e i Manager nell’orientamento delle scelte, tenendo conto del sistema complessivo e dell’eterogeneità a livello nazionale e regionale, ma anche una opportunità nel ridisegnare un modello di sistema sanitario innovativo e maggiormente rispondente all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari della popolazione.
Dovranno trovare applicazione all’interno del complesso sistema organizzativo socio-sanitario, della rete dell’offerta ospedaliera e della rete dell’ emergenza -urgenza come definite dal DM 70/2015, dell’effettiva attività di produzione (ricoveri, DH, prestazioni ambulatoriali) delle Aziende ospedaliere e dei presidi ospedalieri desumibile dai flussi informativi, della Rete dell’offerta territoriale e dei programmi di prevenzione in termini proattivi e, anche, considerare i limiti orari del personale sanitario alla luce della norma 161/2014. e s.m.i. in termini di sicurezza dei lavoratori e benessere organizzativo.
PERCHE’ È IMPORTANTE IL GIUSTO RAPPORTO INFERMIERE/ASSISTITO
Le risorse umane sono sia un valore che un patrimonio per il Sistema sanitario ed è necessario fare una riflessione in termini di professionalità e specificità con un necessario adeguamento alla richiesta, che si è modificata nel tempo facendo emergere nuovi bisogni di salute della popolazione sempre più anziana, fragile e pluripatologica.
A fronte di queste iniziali considerazioni, si condivide la necessità di definire a livello nazionale un documento di posizionamento, sulla base degli indirizzi internazionali ed europei in materia, che contenga alcune raccomandazioni sui livelli sicuri di “staff” per l’assistenza infermieristica e standard di risorse professionali da impiegare che siano adeguati ai diversi livelli dei contesti di cura ospedalieri, territoriali e di comunità.
In considerazione del fatto che il personale nelle organizzazioni sanitarie rappresenta un elemento primario di valore e produzione di benessere e salute, è indispensabile riferirsi a quelle che sono ad oggi le evidenze scientifiche disponibili in letteratura che mettono in luce, in modo univoco, che l’aumentato carico di lavoro infermieristico, la disponibilità quali quantitativa di risorse e le caratteristiche dell’ambiente di lavoro hanno ricadute dirette sulla sicurezza dei pazienti e sulla qualità dell’assistenza in termini di esiti negativi per i pazienti.
I dati e risultati presenti oggi e derivanti dagli studi internazionali relativi al personale di assistenza infermieristica, che correlano esiti (outcomes) delle persone assistite, numero e qualità dei professionisti (staffing) ad indicatori di sicurezza e qualità delle cure, sono macro indicatori, già disponibili, in letteratura e consentono di orientare le scelte su questo tema (vedi Nurse forecasting – RN4cast in Europe and Italy – L.Aiken e at 2014 e Ball e at. 2014 e Sasso e at 2016).
Nel merito della letteratura è importante ricordare i risultati di tre studi italiani multicentrici che si sono posti l’obiettivo di indagare la tematica:
E.S.A.Med (Esiti Sensibili dell’Assistenza in Medicina) condotto da un gruppo di ricerca che ha coinvolto tre Università italiane (Udine, Bologna, Verona) e 10 importanti aziende sanitarie per definire gli esiti assistenziali in base alla quantità di assistenza infermieristica erogata (minuti/persona/die) e allo skill mix assistenziale presente.
NSO (Nursing Sensitive Outcomes) condotto dall’Osservatorio regionale dell’Emilia Romagna su alcuni esiti connessi all’assistenza infermieristica, come lesioni da compressione, cadute accidentali, contenzione.
RN4CAST (Registered Nurse foreCASTing in Europe) che, oltre a Cina, Sud Africa e Stati Uniti, ha coinvolto 12 paesi Europei tra cui l’Italia. Studio condotto dall’Università di Genova che aveva la finalità di evidenziare collegamenti e relazioni negli ambiti della competenza, della prestazione e della sicurezza dei pazienti attraverso la misura di specifici indicatori di esito dell’assistenza erogata.
Si richiamano, anche, le principali metodologie Italiane sulla “complessità assistenziale” (metodo degli Indici di Complessità Assistenziale – I.C.A.; Sistema Informativo della Performance Infermieristica – S.I.P.I. ; Metodo Assistenziale Professionalizzante – M.A.P.) che permettono di leggere, classificare, misurare e pianificare l’assistenza infermieristica e conseguentemente prevedere, monitorizzare e verificare l’appropriatezza delle cure e delle competenze impiegate nell’ambito delle strutture ospedaliere e territoriali in relazione alla complessità delle persone assistite.